LEGGENDA IN TAVOLA
Nato a Milano il panettone (pana-ton o pana-tun) è diventato simbolo gastronomico non solo di questa città, ma delle festività natalizie di tutta Italia.
Differisce da quello genovese per forma, lavorazione e ingredienti. Se quello milanese prevede l'utilizzo di di canditi e uva sultanina, quello genovese ha i pinoli.
Questo dolce antico ci porta a Milano nel Medioevo
La leggenda narra che in tempi assai lontani, Toni, garzone di fornaio, proprio alla vigilia di Natale per pura casualità diede vita a questo dolce.
Era per l'appunto la vigilia di Natale e Toni aveva lavorato molto ad impastare pane e focacce. Era stanchissimo,la schiena gli doleva ma la sua giornata non era ancora finita. Si accinse ad impastare l'ennesimo blocco di pasta di pane sulla lunga asse di legno che serviva da banco di lavoro. Nel frattempo però aveva già disposto dall'altra estremità dell'asse le uova, l'uvetta, lo zucchero per la torta natalizia del padrone e per i suoi invitati. Quanto a lui, avrebbe trascorso un triste Natale accanto al letto della madre malata. Mentre tagliava le forme delle pagnotte, per un movimento maldestro, rovesciò il barattolo dello zucchero nell'impasto del pane rimanente. Nel tentativo di salvare il salvabile rovesciò e ruppe tutte le uova ritrovandosi in un men che non si dica, con la pasta del pane intrisa di zucchero, uova e uvetta. Disperato, stanco e con le lacrime agli occhi non gli restò che reimpastare tutto, porzionare e tagliare le forme come se fosse pane normale, e metterlo a cuocere. L'indomani il "Pan ed Toni" venne venduto ai signori di Milano e, soffice, dolce e profumato com'era, riscosse un così grande successo che cambiò la storia del pane e la vita di Toni.
Al di la della leggenda il panettone fa la sua comparsa storica ed ufficiale sulle tavole degli Sforza, per la precisione su quelle di Ludovico il Moro e la sua corte, nel lontanissimo Natale del 1495. Si teneva quel giorno un banchetto per celebrare il nuovo potere conferito al duca da un decreto dell'imperatore Massimiliano. Alla fine del banchetto venne portato in tavola il panis quidam acinis uvae confectus, il pane confezionato con acini di uva. Piacque molto al duca il nuovo dolce ideato dal cuoco Antonio Toni, che ben presto, tutti i milanesi poterono assaggiare,perché con atto munifico Ludovico il Moro ne fece distribuire la ricetta a tutti i cuochi di Milano. E il pan di Toni venne sbrigativamente chiamato "panettone".